L’escalation della disputa tra Giuseppe Conte e Giorgia Meloni sfocia nello scioglimento del Giurì d’Onore.
La controversia politica tra l’ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e l’attuale capo del governo, Giorgia Meloni, ha raggiunto un nuovo capitolo con l’accoglimento della richiesta di Conte di sciogliere il Giurì d’Onore precedentemente richiesto per valutare le accuse mosse da Meloni riguardo alla gestione italiana del Meccanismo europeo di stabilità (Mes).
La vicenda, comunicata in aula dalla vicepresidente Anna Ascani, vede un’escalation seguita alle dimissioni di due dei membri del Giurì, Stefano Vaccari (Pd) e Filiberto Zaratti (Alleanza Verdi e Sinistra), e le successive polemiche.
La polemica Meloni-Conte sul Mes
Il Giurì d’Onore, come spiegato sul sito della Camera dei Deputati, è un organo che può essere istituito dal Presidente di Montecitorio su richiesta di un deputato che si senta leso nella sua onorabilità. Questa commissione ha il compito di valutare la fondatezza delle accuse, senza che la relazione finale sia soggetta a dibattito o votazione da parte dell’Assemblea.
Al centro della disputa ci sono le dichiarazioni di Giorgia Meloni relative all’adesione dell’Italia al Mes, accusando il governo Conte di aver tirato: Un pacco al governo successivo“, proprio alla vigilia del cambio di esecutivo.
Conte ha replicato accusando Meloni di mentire consapevolmente al Parlamento e ai cittadini, sostenendo che “il mio governo aveva dato il via libera al Mes nel gennaio 2021, senza mandato parlamentare e con il favore delle tenebre“, pur avendo tenuto un ampio dibattito in Parlamento il 9 dicembre 2020, come evidenziato dagli atti parlamentari.
Il contesto della richiesta di scioglimento
La richiesta di istituzione del Giurì d’Onore da parte di Conte, avvenuta il 18 dicembre, mirava a: “Ripristinare l’onore minato dal comportamento menzognero della presidente Meloni“.
Tuttavia, alla luce delle dimissioni di due membri del Giurì e delle polemiche susseguenti, Conte ha optato per richiederne lo scioglimento, segnando un’ulteriore fase di tensione nella politica italiana, dove le accuse e le difese si intrecciano in una narrazione che coinvolge i massimi livelli istituzionali del paese.